
11 Ott È davvero così importante educare alla puntualità?
La puntualità è un valore?
No, la puntualità è una delle tante declinazioni del rispetto, che è il valore fondante di qualsiasi relazione.
Quando dici a tuo figlio: “Fai in fretta, altrimenti arriviamo in ritardo e facciamo brutta figura!” gli stai insegnando ad agire sulla paura, stai dando un valore assoluto a ciò che pensano gli altri, quando lo sguardo altrui è semplicemente uno specchio e non è sempre fedele nel riprodurre l’immagine.
Bambini e adolescenti sono biologicamente predisposti a sopravvivere filtrando il mondo partendo da “IO”; le azioni educative vantaggiose anche per loro, vengono assimilate e integrate più facilmente.
Quando quindi dici a tuo figlio: “Ci tengo ad arrivare puntuale per rispetto“, trasmetti un valore rassicurante, perché il rispetto si dà, ma si riceve a propria volta ed è quindi a vantaggio di tutti coltivarlo.
I bambini percepiscono chiaramente amorevolezza nei valori reciproci, quelli che mirano al benessere collettivo, mentre si sentono aggrediti quando gli viene chiesto di dare qualcosa senza un chiaro vantaggio anche per loro, la vivono come una predazione.
In fondo anche per gli adulti è equilibrato agire avendo come scopo la reciprocità, ma la maggior capacità di astrazione, rende possibile comprenderne le conseguenze.
Un altro fattore importante per trasmettere la puntualità, è l’esempio: quante volte gli adulti si preoccupano di essere puntuali nei confronti dei bambini? Purtroppo poche! Un bambino “può aspettare qualche minuto” e gli viene chiesto di avere pazienza molto spesso, mentre gli adulti sono sempre impegnati a fare “importanti cose da grandi”.
Questa mancanza di reciprocità può innescare un istinto di ribellione già in tenera età.
La puntualità si insegna solo con un esempio coerente e con la spiegazione chiara e semplice del perché è a beneficio di tutti. È quindi fondamentale fare un’analisi onesta di ciò che ci spinge ad essere più o meno puntuali.
Ad esempio essere sempre preoccupati della puntualità, anche quando un ritardo non comporta disagio a nessuno, può trasmettere un’ansia generalizzata verso la socialità.
La mancanza di rispetto degli orari, quando comporta conseguenze più o meno gravi per chi ti aspetta, trasmette invece una svalorizzazione dell’altro e del lavoro che svolge.
Anche la pasta cucinata dalla nonna al pranzo della domenica è un lavoro e arrivare in ritardo senza un valido motivo, non scusarsi e mangiarla fredda, è una piccola aggressione perché sminuisce la figura della nonna e le energie che ha dedicato a figli e nipoti.
Quando poi si tratta di arrivare in ritardo ad appuntamenti in cui sono coinvolti i professionisti la questione si amplia; il modo in cui tu tratti chi lavora per te costruisce il mindset del futuro lavoratore che sta crescendo dentro tuo figlio: più rispetto mostri a chi ti offre servizi, più tuo figlio sarà in grado di ottenere rispetto in futuro, perché saprà di meritarlo.
Inoltre, arrivare in ritardo a pallavolo, dare buca all’oculista, far attendere le maestre all’uscita di scuola, sono tutte azioni che insegnano contemporaneamente a non dare importanza al tempo degli altri, ma anche al proprio!
Ricorda sempre che il denaro con cui paghi i servizi lo hai guadagnato a tua volta spendendo tempo e energie. Quando non rispetti un professionista insegni a tuo figlio che tutti i professionisti non hanno valore, compreso te; poi magari non ti spieghi come mai il tuo bambino non provi gratitudine per tutti gli sforzi che fai per mantenerlo 😜.
La puntualità quindi è una regola funzionale, per scoprire come trasmetterla con semplicità ai tuoi figli ascolta “Datti una regolata!” lo trovi qui.