
12 Giu Mio figlio ha disegnato sul muro [consigli]
Qualche giorno fa, sul nostro gruppo facebook Meglio Prevenire che Sgridare, una mamma ha postato la foto del suo bel divano bianco scarabocchiato da un capolavoro artistico a pennarello del figlio duenne.
Sulle prime, l’autrice del post gli avrebbe cavato la pelle di dosso ma ha saputo gestire l’impulso con razionalità e il piccolo è ancora tra noi. Apriva però una riflessione su “come” sia meglio comportarsi in questi casi:
- far finta di nulla?
- Accogliere?
- Sgridare per dare risalto alla gravità del gesto?
Ecco partiamo da qui, dalla sgridata: è davvero necessario sgridare, urlare, minacciare e spaventare, per far comprendere ai bambini quali comportamenti sono inaccettabili nella nostra società?
Certo, il divano nuovo e il muro appena imbiancato per noi possono avere un grande valore estetico, emotivo, economico, ci sono costati sudore e fatica ma… per i nostri bambini tutto questo non è comprensibile. A due/tre anni (per taluni anche a venticinque) i soldi sono oggetti misteriosi che si scambiano per altri oggetti e concetti come “fatica” e “lavoro” sono inaccessibili perché non basati sull’esperienza.
Il gesto, di per sé, non è così grave, il bambino non lo compie con l’intenzionalità di rovinare le nostre cose per sfidarci – come talvolta ho sentito dire – e di fatto non lo trasformerà di default in un graffitaro inseguito dalla polizia di mezzo mondo – anche se… un figlio Banksy a me non spiacerebbe 😉
E poi facciamo un salto indietro di qualche anno: è grazie agli uomini e alle donne che hanno lasciato i loro disegni sulle pareti delle caverne che conosciamo parte della storia dell’evoluzione dell’umanità.
Io aggiungo anche il piacere del murales e dell’affresco perché l’ho provato: da bambina avevo a disposizione una stanza in campagna che potevo usare come desideravo e i momenti più intesi e divertenti erano quelli in cui, armata di grandi gessi, decoravo quelle vecchie pareti.
Quindi sgridare, malmenare, castigare un bambino per questo gesto è un atto violento e non necessario.
Ok Alli, quindi devo rassegnarmi a vivere tra mura scarabocchiate per i prossimi cinque anni? E se non dico niente come comprenderà che non è accettabile?
PREVENIRE È MEGLIO CHE SGRIDARE
- La cura degli oggetti di casa è una responsabilità degli adulti, non dei bambini. Quindi per qualche anno metti da parte tutto ciò a cui tieni e che potrebbe venir rovinato. Copri divani e poltrone con teli o copri divani – lo so, anche a me non piacciono ma…
- Riponi pennelli, pennarelli, colla e glitter e tutti i materiali artistici in luoghi inaccessibili fino a quando sarai certa del loro uso responsabile. Usateli insieme, sfrutta queste occasioni per mostrare come si preparano i materiali, l’uso dei fogli e non di altre superfici di casa, come riporli… l’esperienza condivisa è fondamentale per imparare.
- Davanti a un capolavoro nel posto sbagliato, prima di inghiottire tuo figlio e sputarlo giù dal balcone ancora con i pennelli in mano: chiudi gli occhi, respira e ricordati del primo istante in cui l’hai avuto tra le braccia. Sì, è ancora lui, non si è trasformato in un mostro. Poi riapri gli occhi, loda il suo capolavoro – no, non sono pazza – e spiegagli che quella però è l’ultima volta che può farlo, non è il posto adatto e da lì bisogna proprio toglierlo. Prendi una spugna e insegnagli come pulire oppure, trattenendo le lacrime, fatti aiutare a sfoderare il divano. Poooooiiiii… mostragli ancora una volta dove può esprimere la sua creatività e invitalo a ripetere, se desidera, il disegno del muro, sul foglio, perché ti è così piaciuto che vorresti incorniciarlo – lo so, è dura, ma l’accoglienza e la dolcezza sono più efficaci, non minano la vostra relazione e mantengono intatta la loro autostima.
SOLUZIONI CREATIVE
La mia amica Alessandra, davanti al capolavoro di Otto, non si scompose,anzi, gli chiese di firmarlo come fanno i grandi artisti e gli promise che non lo avrebbe mai cancellato e quella sarebbe rimasta un’opera unica che tutti avrebbero ammirato. Gli ha spiegato che da quel giorno però avrebbe potuto fare l’artista solo sui fogli. Ha funzionato!
Un’altra mamma del gruppo ha fatto una cosa simile: è andata con la sua bambina a comprare una cornice della misura giusta e ha incorniciato il piccolo murales. Da quel giorno la bimba ha interrotto la sua produzione graffitara.
Altri genitori hanno destinato le mura della cameretta al disegno libero, lasciando a disposizione gessi colorati, spiegando ai figli che qualsiasi altro disegno su altre pareti sarebbe stato cancellato… dai bambini stessi.
LA RELAZIONE VIENE PRIMA DI TUTTO
La prima volta che ho dovuto affrontare questo “problema” mi sono chiesta: è più importante il muro o la relazione con mio figlio?
Lui ora è immerso e felice nella sua produzione artistica, ignaro della “gravità” del gesto, se io arrivo come una furia, sbraitando e malmenando, cosa accadrà dentro di lui? Si spaventerà moltissimo.
Io chi voglio essere per i miei figli: colei che accoglie o colei che spaventa?
Quando saranno in qualche guaio verranno da me oppure scapperanno temendo di essere sgridati e puniti?
Mi auguro davvero che questo articolo e queste riflessioni ti abbiano dato spunti efficaci per affrontare con serenità e assertività i piccoli imprevisti quotidiani.
Un abbraccio.
Alli