Quando le emozioni sono controproducenti

Quando le emozioni sono controproducenti

Le emozioni, non sono solo costruttive o distruttive, a volte sono semplicemente controproducenti, ovvero ottengono l’effetto contrario alla loro funzione originaria.

Di Alli Beltrame e Valeria Mattaliano

Le emozioni sono manifestazioni fisiologiche e hanno lo scopo di proteggerci.

È molto semplice integrare questo concetto ricordando i messaggi delle quattro emozioni fondamentali:

  • Rabbia: cosa devi cambiare?
  • Paura: qual è la minaccia?
  • Dolore: cosa devi guarire?
  • Gioia: continua così!

Abbiamo parlato più volte di come utilizzare le emozioni in maniera proattiva e costruttiva per aiutarti a non scivolare in quei comportamenti distruttivi che esse producono quando non si ha consapevolezza o si è in un momento di particolare vulnerabilità. 

Le emozioni, però, non sono solo costruttive o distruttive, a volte sono semplicemente controproducenti, ovvero ottengono l’effetto contrario alla loro funzione originaria. 

Quando succede si verifica un vero e proprio autosabotaggio.

Per prevenirlo è necessario imparare a conoscere gli effetti controproducenti delle emozioni, per fermare il loop appena si presentano e tornare in equilibrio.

Partiamo dalla rabbia, l’emozione più critica(ta) e controversa.

Se la rabbia indica la necessità di cambiare qualcosa, l’effetto controproducente è l’immobilità. 

Quando la rabbia si trasforma in aggressione, la sua manifestazione più distruttiva, è evidente che gli altri saranno costretti ad andare sulle difensive e non saranno disponibili al cambiamento oppure si verificheranno situazioni addirittura più sfavorevoli di quelli di partenza.

Senza arrivare a un’aggressione esplicita, a volte si scade in comportamenti ripetitivi derivanti dalla sensazione di urgenza. Ad esempio può capitare di ripetere più volte lo stesso concetto in maniera identica senza ottenere nessun risultato, neppure quello di essere compresi e ascoltati. La rabbia non è lì solo per aiutarti a ottenere un cambiamento esterno, è a tua disposizione anche per trovare nuove strade interne per non ripetere gli stessi errori continuamente. 

Quando i tuoi messaggi non ottengono risposte soddisfacenti, è evidente che tu debba cambiare strategia; talvolta, però, la sensazione di urgenza legata alla rabbia può indurti a scadere in un loop, a ripetere e ripetere le stesse identiche parole come una mitragliatrice. Questo comportamento, oltre ad essere passivo-aggressivo, è in palese contraddizione con lo scopo di cambiamento della rabbia e quindi l’autosabotaggio è inevitabile. 

Ci sono tanti comportamenti controproducenti legati alla rabbia, ma, come avrai capito, puoi evitarli tutti facendo la prova del nove, ovvero chiedendoti:

 “Sono in contraddizione col messaggio della rabbia?”

La stessa strategia può essere applicata con tutte le emozioni.

La manifestazione più disfunzionale della paura è il congelamento, che impedisce qualsiasi azione difensiva rispetto alla minaccia che l’emozione arriva a segnalare. 

Come per la rabbia, anche per la paura esistono manifestazioni “intermedie” che non arrivano al congelamento, ma sono in palese contraddizione con l’energia protettiva dell’emozione. Ad esempio si può attuare un meccanismo di negazione, simile al tapparsi gli occhi con le mani di fronte ad un film dell’orrore; in questo modo la paura passa perché non vedi più la minaccia, ma contemporaneamente le lasci campo libero. La negazione è palesemente incoerente rispetto alla funzione protettiva della paura, è una reazione all’emozione stessa e non a ciò che essa vuole segnalarti. 

La negazione è una reazione comune anche in presenza del dolore: ci facciamo un taglietto, decidiamo che è più comodo non occuparcene e poi ci troviamo a spendere il doppio delle energie e correre un rischio molto più grande perché si innesca un’infezione. 

Di fronte al dolore un altro meccanismo di autosabotaggio frequente è lo stoicismo: resistiamo per mostrarci forti, quando la vera forza sta nel cogliere o creare il momento adatto per prenderci cura di noi stessi. Questo comportamento è frutto di un condizionamento sociale molto forte di cui abbiamo ampiamente parlato a p. 284, nel capitolo “Datti valore per primo” del libro “Arrabbiati per bene” (di Alli Beltrame e Valeria Mattaliano, edito da Mondadori).

Ci sono poi comportamenti controproducenti che attiviamo in presenza di tutte le emozioni: come la rinuncia o la bugia. Spesso questi due autosabotaggi sono frutto di confusione nelle proprie priorità; le emozioni non si mettono in coda come se il tuo cervello fosse l’ufficio postale, si presentano spesso insieme, il più delle volte in coppie funzionali. 

Rabbia e paura spesso vanno molto d’accordo perché, quando viene minacciata la nostra sopravvivenza fisica o emotiva, un cambiamento può essere utile. 

Possono esserci situazioni in cui le emozioni di base si presentano tutte insieme, come quando siamo in uno stato di profonda gioia e pace interiore dopo un periodo di dolore significativo; se qualcosa minaccia questa pace la paura innesca anche un ricordo vivido del dolore recente e la rabbia arriva a fornire le energie necessarie a difendersi. Una tale ondata di emozioni può portare confusione, anche se in realtà non è accaduto ancora nulla di grave, e può essere difficile capire in quale ordine gestirle singolarmente. Sentendoci sopraffatti possiamo ritenere furbo mentire agli altri o a noi stessi oppure rinunciare alla gioia perché non ci sentiamo sufficientemente competenti per far fronte alla situazione.

Questo intervento non vuole essere risolutivo, ma un semplice spunto di riflessione utile sia in fase preventiva e in fase di analisi del perché abbiamo agito in maniera controproducente.

Vogliamo introdurre questa nuova strategia pratica per osservare le situazioni e noi stessi in maniera più efficace: chiediti sempre se le tue azioni sono in accordo o contraddizione rispetto ai messaggi delle emozioni che stai provando.

Non demordere, le emozioni si presentano in molte forme, hanno tantissime sfumature e ogni situazione ha le sue specifiche caratteristiche; imparare a comportarsi in modo coerente e costruttivo è questione di allenamento costante.

La consapevolezza fondamentale è quella che tutte le competenze che ti servono per essere un individuo e un genitore responsabile sono a tua disposizione e a disposizione di tutte le persone con cui ti relazioni. 

La gestione emotiva è alla portata di tutti coloro che si impegnano e si assumono la responsabilità piena delle proprie reazioni.

Approfondisci questo argomento così importante sul nostro canale Youtube, guarda il video: i messaggi delle emozioni



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